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Berretta (PD): Ferrovia Circumetnea, atti illegittimi contro i dipendenti

martedì 24 novembre 2009

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“Ci si chiede come può un’azienda, e un’azienda a gestione governativa, dimenticare le leggi fondamentali del nostro ordinamento esercitando in maniera distorta il proprio potere sui dipendenti. Speriamo che fatti del genere non si ripetano più, compreso il coinvolgimento diretto di un’azienda dello Stato nel fare campagna elettorale sottobanco a questo o quel politico”.

Lo sostiene il parlamentare nazionale del Partito democratico, Giuseppe Berretta, in merito ad una vicenda giudiziaria dai risvolti anche politici che coinvolge la Circumetnea. Berretta ha seguito i fatti sin dall’inizio garantendo ai lavoratori della Fce anche la necessaria tutela legale nella causa, avviata tre anni fa. Una vicenda conclusasi il 6 ottobre scorso, quando la Sezione lavoro del Tribunale etneo ha dichiarato illegittimi gli atti della Ferrovia Circumetnea, che aveva pesantemente sanzionato tre dipendenti, accusati di aver espresso un proprio parere. Per il Tribunale etneo si è trattato infatti di “esercizio illegittimo del potere sanzionatorio”.

Tutto ha inizio i primi di maggio del 2005, pochi giorni prima delle elezioni amministrative: la gestione commissariale della Ferrovia Circumetnea dirama a tutti i dipendenti una comunicazione per informare che venerdì 13 maggio – un paio di giorni prima del voto – sarebbe stato firmato un protocollo d’intesa tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rfi e il Comune di Catania, nella persona di Umberto Scapagnini, sindaco uscente nonché candidato per il centrodestra a ricoprire per altri cinque anni la carica di primo cittadino. La Circumetnea invita tutti i dipendenti liberi dal servizio a partecipare alla manifestazione. I tre lavoratori scrissero allora una lettera di dissenso all’allora commissario Vecchio Domanti “rispetto ad una iniziativa – si legge – che ricadendo alla immediata vigilia di una consultazione elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale, assume ineluttabilmente un carattere meramente propagandistico ed elettoralistico a favore di una delle due parti politiche in competizione”. Nella lettera, che non venne mai resa pubblica, i tre sottolineavano anche che quel protocollo era già stato sottoscritto in altre occasioni. Affermazioni e apprezzamenti irrispettosi, fu la contestazione dell’azienda che impose ai tre dipendenti una sanzione disciplinare, con sospensione dalla retribuzione e dal servizio. Immediato il ricorso dei lavoratori, a cui la Sezione Lavoro del Tribunale di Catania adesso dà ragione, affermando il diritto alla libera manifestazione del pensiero stabilito dall’articolo 21 della Costituzione e il diritto di critica sancito dallo Statuto dei lavoratori (articolo 1).

1 Messaggio

  • Ci vuole ancora troppo tempo per vedere rispettate le ragioni dei lavoratori. Tre anni sono un tempo indecente! Perchè intanto nel corso dei tre anni non oso immaginare la vita lavorativa dei tre dipendenti come debba essere stata facile!!! Non è solo importantissimo che sia stato riconosciuto il diritto dei dipendenti. E’ altrettanto importante interrogarsi sui meccanismi di difesa: i loro funzionamento e tempi. Concetta




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