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CGIL e CISL Catania su piano di rientro sistema sanitario

lunedì 24 novembre 2008

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“CGIL e CISL hanno salutato il “Piano di rientro per la riorganizzazione del sistema sanitario Regionale” come un’occasione importante per la sua riqualificazione e modernizzazione nonché per una utilizzazione trasparente delle risorse finanziarie e per eliminare le pressioni clientelari e le posizioni di potere che si annidano all’interno delle strutture sanitarie siciliane.

A livello provinciale abbiamo accolto con favore l’apertura di un tavolo di concertazione, voluto dalla direzione generale dell’ASL 3, che dovrebbe procedere ad una riorganizzazione e riqualificazione del sistema sanitario provinciale nell’ottica del piano di rientro predisposto dall’assessorato regionale alla Sanità. Vogliamo cogliere in questa volontà espressa dalla Direzione della ASL una opportunità nuova, capace di dare vita ad una programmazione condivisa, in grado di coinvolgere tutti i soggetti interessati, operatori, utenti, istituzioni con particolare riferimento ai Comuni.

Rispetto al dibattito che in questi giorni si sta sviluppando, soprattutto a livello di forze politiche interne ed esterne alla maggioranza di governo regionale, ci sembra opportuno, come organizzazioni sindacali confederali, puntualizzare le nostre posizioni, già espresse anche a livello regionale.

In particolare, già in sede di confronto con l’assessore Russo, abbiamo posto alcuni paletti che attengono alla necessità di partire dai fabbisogni ma anche di garantire i livelli essenziali di assistenza in tutta la Regione, di garantire equità nella ripartizione dei sacrifici tra il pubblico ed il privato, di procedere alla riduzione delle aziende e direttori generali, di procedere contestualmente ai sacrifici anche al rilancio e riqualificazione del sistema, soprattutto in merito ai due livelli essenziali di assistenza fortemente sacrificati nella nostra regione, prevenzione e riabilitazione. Per questo diciamo “no” alla politica dei due tempi.

Non volendo entrare nel merito delle questioni che più oggi dividono la maggioranza di governo, e precisamente il disegno di legge sul riordino del sistema sanitario regionale e il taglio previsto di 5700 posti letto, quello che più ci preme sottolineare è che se si vuole rilanciare la sanità in Sicilia non si può prescindere da una razionalizzazione del sistema, partendo proprio dalla consapevolezza che i troppi ricoveri impropri e le duplicazione dei reparti e dei primariati, spesso funzionali solo a logiche politiche, non possono essere più sostenuti. Così come non può più essere sostenuto un sistema basato esclusivamente sulla centralità dell’ospedale che fino ad oggi non ha permesso lo sviluppo di una rete dei servizi territoriale in grado di assicurare nel territori quell’assistenza sanitaria che il sindacato confederale auspica fortemente, basata su una forte integrazione tra ospedali e territorio, sulla multidisciplinarietà e personalizzazione degli interventi, sulla continuità assistenziale.

Per questo siamo fortemente interessati alla proposta riguardante l’istituzione dei presidi territoriali di assistenza che dovranno rappresentare il punto unico di accesso dei cittadini alla rete dei servizi sanitari, con il preciso compito di accompagnare l’utente nelle varie fasi del percorso sanitario personalizzato.

Questo per noi rappresenta soltanto un primo passo, anche se significativo, verso la realizzazione di strutture sanitarie più complesse come la “Casa della salute” che in altre regioni rappresenta una realtà fruibile e che l’assessore Lagalla a suo tempo si era impegnato a sperimentare anche in Sicilia.

Tutto ciò, però, può essere realizzato se si liberano risorse da destinare al territorio e se si esce dalla concezione che la buona sanità si esplica soltanto nell’assistenza ospedaliera.

Ma per convincere i cittadini e gli amministratori ancorati alla concezione ospedalocentrica del sistema, non si può accettare la politica dei due tempi che prima taglia l’esistente e poi, chissà quando, mette in pratica il nuovo.

Chiediamo, pertanto, che la direzione generale della ASL 3 compia tutti gli atti e gli sforzi necessari per attivare nel territorio le prime esperienze di PTA, coinvolgendo pienamente in questo progetto i medici di famiglia e le organizzazione che li rappresentano perché queste figure professionali, anche attraverso la istituzione delle UTAP (Unità territoriali di assistenza primaria), rappresentano lo snodo fondamentale per la realizzazione di quel sistema territoriale di assistenza capace di assicurare ai cittadini servizi efficaci nella logica della continuità assistenziale”.

Nicoletta Gatto, segretaria confederale CGIL

Gaetano Marziano, segretario confederale CISL




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