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Catania capitale siciliana dei protestati

Al sud il maggior concentramento di debiti insoluti

lunedì 23 febbraio 2009

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Italiani sempre più cauti quando c’è da mettere mano al portafoglio.
Ma in tempi di crisi, per chi si indebita senza avere fatto
bene i propri conti, le conseguenze si fanno pesanti. In dieci
mesi oltre un milione di effetti protestati, per un valore di 3,393 miliardi.
Questi i numeri in Italia nel 2008, emersi da un’analisi di
Unioncamere sul registro informatico dei protesti. Dallo studio si
evince che se gli effetti protestati sono in diminuzione, è in crescita
invece il loro valore.
E il Sud resta la “patria” dei protesti, con la Sicilia che è la quarta
regione d’Italia per numero di effetti protestati. In termini monetari,
le “farfalle” non onorate ammontano a poco meno di 3,4 miliardi di
euro, per un valore medio di circa tremila euro ad effetto protestato
(cambiale o assegno), a fronte dei 3 miliardi registrati nei primi
dieci mesi del 2007, corrispondenti ad un valore medio di circa
2.600 euro.
In particolare, nel periodo gennaio-ottobre di quest’anno, tra cambiali,
assegni e tratte protestati sono stati in tutto 1.109.210, con
un calo del 4,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007. numeri
che crescono se si considera il Mezzoggiorno italiano. Nel
Sud il valore deglio effetti protestati è stato di 1,313 miliardi, pari
al 38,6 per cento del totale nazionale. E considerando lo stesso
periodo dello scorso anno, l’incremento è stato del 14,7 per cento.
Ma è dall’andamento delle cambiali che emerge il profilo di un
Paese in crescente difficoltà, soprattutto sul fronte delle piccole
imprese e delle famiglie che più diffusamente fanno ricorso al “pagherò”.
Nei primi dieci mesi del 2008 il ricorso alla cambiale si è ridotto
solo per le statistiche (lo 0,2% in meno), mentre l’aumento del loro
importo globale ha sfiorato il 30%, quasi 300milioni di euro in più
rispetto a un anno fa, con un valore medio passato da 1.500 a
quasi 2.000 euro.
Nel complesso, nel 2008 i protesti sono stati 437.084, con una diminuzione
del 5,5 per cento rispetto ai 462.971 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, tra le 10
città col più alto numero di protesti in Italia, ben sette sono meridionali.
Nell’Isola, quarta in Italia, i protesti sono stati 112.355, in
calo dell’8,4 per cento rispetto al 2007. Palermo e Catania restano
le prime due città per numero di effetti protestati, nonostante i
numeri parlino di un calo rispettivamente dell’1,6 per cento nel
capoluogo e 9,2 per cento nella città etnea. Anche per quanto
riguarda il valore degli effetti si è registrato un sensibile calo
pari a circa il 27,6 per cento.
La situazione delle altre province siciliane si colloca sullo stesso
trend: tutte registrano delle diminuzioni rispetto all’anno precedente,
tranne Caltanissetta, dove c’è stato un aumento del 6,3
per cento.
“L’aumento nei mancati pagamenti – ha detto il presidente di
Unioncamere, Andrea Mondello - è un campanello d’allarme
che va ascoltato con grandissima attenzione. Imprese e famiglie
si espongono mediamente di più per far fronte agli impegni
e, per chi non ce la fa, le conseguenze sono più gravi. I nostri
indicatori – prosegue Mondello - dicono che per tornare a crescere
dovremo aspettare il 2010. Appaiono allora più che mai
necessarie misure-ponte concrete, immediate ed efficaci nel
breve termine per accompagnare le imprese e i consumatori in
questa fase di transizione. L’Italia ha gli strumenti per superare
la crisi. Un patrimonio di produzioni di qualità – conclude - concentrato
in modo particolare nelle piccole e medie imprese, a
cui bisogna assicurare credito e servizi adeguati”.

PROVINCIAIMPORTONUMERO
Catania 65.254.275 27.691
Palermo 55.361.567 29.497
Messina 30.017.325 11.201
Ragusa 25.911.383 10.310
Trapani 25.818.985 10.774
Agrigento 22.115.968 7.974
Caltanissetta 12.252.208 4.807
Enna 4.695.177 2.199

pubblicato su A Sud Europa rivista del Centro Studi Pio La Torre




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