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Convegno nazionale scuola CGIL

venerdì 10 ottobre 2008

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Una platea di insegnanti appassionata e desiderosa di condividere con i colleghi e con il sindacato il “count down” che porta dritto dritto allo sciopero generale del 30 ottobre. Il tema, poi, è di quello tra i più caldi “Per una scuola interculturale”. Il convegno nazionale organizzato nell’Aula magna del Rettorato, dalla Cgil dalla Flc Cgil, il sindacato dei lavoratori della scuola ha registrato una due giorni molto piena, in termini di partecipanti e temi affrontati.

Non a caso Lillo Fasciana, segretario generale FLC Cgil Catania, ad apertura dei lavori ha ringraziato la segreteria nazionale della FLC e l’associazione “Proteo Fare Sapere” per avere scelto la Sicilia e in particolare Catania per “affrontare un tema così importante in un momento in cui le ansie e le paure nei confronti degli stranieri esplodono in modo prepotente”. Anche il segretario generale della Camera del Lavoro Francesco Battiato ha sottolineato la positività dell’iniziativa, non mancando di introdurre il dato più “caldo” di questi giorni: la protesta contro le scelte del Governo nazionale del ministro Gelmini.“La Riforma Gelmini nei fatti è solo un taglio di spesa senza alcun puntello pedagogico. Tagli di spesa imposti dal Ministero dell’Economia, il vero autore delle politiche scolastiche del governo è Tremonti, che rimodula la spesa pubblica per attuare il federalismo. È una politica miope. Si smantella, ad esempio, la scuola primaria, fiore all’occhiello del sistema di formazione italiano, con l’introduzione del maestro unico. Un ritorno al passato”. La giornata di oggi ha visto la partecipazione di Giusto Scozzaro, segretario generale FLC Cgil Sicilia; di Concetta Sirna, docente di Pedagogia dell’ Università di Messina, dei rappresentanti delle Comunità straniere con l’intervento di Patrizia Monterosso dirigente Dipartimento Pubblica Istruzione regionale e l’ intervento di Italo Tripi segretario generale CGIL Sicilia . Per Scozzaro, “in Italia ci sono tante esperienze ma non c’è un modello vero e proprio, un progetto politico e culturale; eppure ci sono 600 mila alunni stranieri, di cui 400 mila di seconda generazione, e tra pochi anni saranno oltre un milione. La scuola, dunque, sarà sempre più interculturale”. Ma a tanta “varietà” di culture non corrisponderà una varietà di cattedre. Lo stesso Scozzaro rivela che in Sicilia le cattedre depennate potrebbero essere tredicimila in un triennio. “Diciamo che si tratterà di tagli apocalittici”. Dello sciopero del 30 ottobre ha parlato invece il segretario regionale Italo Tripi: “Questa protesta va al di là dell’operato sindacale: alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo della scuola si richiede una grande responsabilità: interrompere il sonno della ragione. La Sicilia risponderà benissimo, vedrete”. Infine, a concludere i lavori è stata Morena Piccinini, segreteria nazionale CGIL.

“Al momento la nostra scuola pubblica è una realtà importante, avanzata e assolutamente pensata “per” l’integrazione. E guarda caso è proprio questo modello di scuola ad essere sotto attacco dal Governo. Ne pagheranno gli studenti, le famiglie ed anche gli insegnanti, in termini di posti di lavoro e opportunità se oggi si stanno operando questi tagli non è per difficoltà politiche, ma perché si sta perseguendo un preciso disegno politico: adottare un modello di scuola che indebolisca il pubblico e favorisca il privato. E questo è assolutamente a sfavore della democrazia e della multiculturalità”.




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