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Le Verghiane: Jeli il pastore prende vita

Tra i vicoli d’ispirazione verghiana va in scena “Jeli il pastore” per la regia di Gianni Salvo

giovedì 6 agosto 2009

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«Jeli, il guardiano di cavalli, aveva tredici anni quando conobbe don Alfonso, il signorino; ma era così piccolo che non arrivava alla pancia della Bianca, la vecchia giumenta». In poche battute Giovanni Verga racchiude l’anima della campagna vizzinese, la lentezza del tempo isolano e l’essenza del primitivo rappresentata da Jeli, il pastore.

Sabato 8 e domenica 9 agosto alle 20.30 al Largo Cappuccini di Vizzini, sarà la compagnia del Piccolo Teatro di Catania ad annullare le distanze tra gli attori e il pubblico, a riportare l’essenzialità della penna verista tra i vicoli e i sagrati di memoria verghiana, a cogliere dall’opera quegli slanci dell’azione teatrale che legano l’arte drammatica alle radici dell’uomo.

Un coro di quattro donne, guidate da una corifea, racconterà la storia di Jeli: la regia di Gianni Salvo, direttore del Piccolo Teatro di Catania, la trasposizione in azioni poetiche di Lina Maria Ugolini e le musiche originali di Pietro Cavalieri offriranno una rappresentazione scenica «che inserisce tra le righe della scrittura dei campi, la presenza di un siciliano intimo e selvatico e che coglie dalla parola intatta di Verga la poesia necessaria alla musica», come spiegato dalla scrittrice e poetessa Lina Maria Ugolini.

Anche quest’anno il Comune di Vizzini, grazie alle Manifestazioni Verghiane, offrirà al pubblico un altro intenso viaggio nel mondo dell’amato autore verista, con un’opera che dopo aver debuttato al Piccolo Teatro, approda lì dove tutto ha avuto inizio: il fieno dei campi disteso all’infinito, la stoppa filata da Mara, le fibre con le quali l’arte di Verga veste il proprio narrare.

«Far rivivere al pubblico la storia di Jeli è un segno di profonda cultura – sottolinea il regista Gianni Salvo – la trasposizione, infatti, è una misurazione con un personaggio primitivo che sembra smascherare la nostra finta modernità, una civiltà che corre ma che in realtà resta ferma: la natura, i silenzi, le stagioni, i temi dell’amore e della morte permettono di riflettere sull’attualità di un autore che appartiene ancora ai nostri tempi».

Le rappresentazioni Verghiane - volute dall’Amministrazione comunale di Vizzini e curate dalla direzione artistica del regista Pasquale Scimeca - si concluderanno mercoledì 12 agosto alle 20.30 con “Ballate per tre capinere”, un progetto curato e diretto da Gianni Salvo costituito da tre recital, che ruotano attorno ai personaggi di Nedda, La Lupa e Santuzza, le tre donne verghiane metaforicamente chiamate “capinere”.




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