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Librino con gli occhi autentici del fanciullino

lunedì 17 novembre 2008, di Giovanna Regalbuto

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Senso di appartenenza, grande familiarità con i propri luoghi di vita e di relazione, uno spiccato senso dell’orientamento, una buona capacità di lettura ed analisi del proprio ambiente urbano ma soprattutto grande entusiasmo, tanti sogni e molta voglia di mettersi in “gioco”, di lavorare insieme, di essere protagonisti dei cambiamenti.
Questi i primi segnali emersi durante il progetto “Librino con gli occhi autentici del fanciullino” che ha coinvolto circa 80 bambini provenienti dagli istituti comprensivi di Librino: A. Musco, E. Pestalozzi, V. Brancati e Cardinale Dusmet. Il progetto, condotto dal LabPEAT con la collaborazione di alcuni studenti della Facoltà di Ingegneria, ha interessato bambini di quinta elementare e prima media, proponendo delle attività volte ad indagare la percezione dei bimbi del proprio ambiente urbano ma soprattutto a stimolare il loro senso di appartenenza, la loro capacità critica di lettura e di analisi dei propri spazi di vita.

Il progetto si è articolato in tre fasi: una prima fase di “Riconoscimento del proprio contesto urbano”, una seconda di “Lettura critica dei propri spazi di vita e di relazione” e una terza di “Lettura collettiva delle proprie sensazioni”.

Nella prima fase i bambini hanno assistito ad una proiezione in power-point in cui sono state illustrate alcune esperienze di progettazione partecipata condotte in Italia che hanno coinvolto bambini nella progettazione di ambienti scolastici o proposte di nuova destinazione per fabbricati in disuso e sono stati chiamati ad esprimere il proprio parere sul motto comune a tutte queste iniziative: “una città a misura di bambino è una città a misura di tutti”. “Una città divertente”, “una città che offre degli spazi che i bambini possono vivere in maniera autonoma dai genitori, dove possono giocare o passare del tempo con i propri compagni”, “una città sicura” sono state alcune risposte. Andrea teneva a precisare che “tanti dicono che Librino è pericolosa, che ci stanno persone cattive ma i giornalisti non vedono altre cose che ci sono e non sono brutte!”. Ai bambini quindi è stato presentato “Librino con gli occhi autentici del fanciullino” ed è stato chiesto ad ognuno di loro di esprimere in maniera autonoma la propria adesione al progetto, l’esplicita volontà di partecipazione ad una proposta di lavoro: produrre degli elaborati che mostrassero come i bambini vedono Librino. Librino visto dai piccoli, visto con gli occhi autentici, come Fabiano tiene a sottolineare con occhi “veri”.

Raccolte le adesioni i bambini sono stati guidati nella lettura e nella comprensione delle cartografie alle diverse scale di rappresentazione e poi invitati ad individuare il proprio nucleo di residenza e la propria casa, prima nelle foto aree, e poi nelle relative planimetrie dove ognuno di loro ha attaccato un post-it con su scritto il proprio nome e l’ambito di provenienza in corrispondenza della propria abitazione rintracciata nella mappa. Questa attività intendeva non solo stimolare la capacità dei bambini di leggere il proprio ambiente urbano in maniera autonoma ma soprattutto ritrovare una propria collocazione all’interno dello stesso in relazione a quella dei compagni.

La seconda fase ha previsto la compilazione da parte di ogni bambino del “diario dei miei luoghi”, un piccolo quaderno da personalizzare in cui i piccoli hanno annotato proprie sensazioni, pareri ed impressioni. Ad ogni bambino si chiedeva di disegnare il proprio percorso casa-scuola rappresentando tutto ciò che riteneva importante segnalare e contestualmente di colorarlo con tinte differenti per distinguere il tragitto fatto a piedi da solo o assieme ai propri compagni (rosso), a piedi ma accompagnato dai propri genitori (giallo), in macchina (blu) o in autobus (verde).

Le ultime pagine del diario erano invece dedicate alla percezione emotiva dei luoghi da parte dei piccoli. I bambini erano chiamati ad individuare gli elementi del proprio quartiere che destavano in loro curiosità o interesse, paura o insicurezza, le “cose” da cui erano attratti e quelle che non erano di loro gradimento, secondo le categorie mi piace/non mi piace, mi incuriosisce e mi mette paura. Per ogni parere espresso ogni bambino era tenuto a fornire una precisa motivazione.
La redazione delle ultime pagine del “diario dei miei luoghi” è stata propedeutica all’attività prevista nell’ultima fase del progetto: la realizzazione di una grande mappa affettiva collettiva.

Ad ogni bambino sono stati assegnati piccoli cartoncini autoadesivi (smile) di quattro colori diversi in numero pari o superiore ai luoghi individuati nel diario dei miei luoghi. Ad ogni colore era associata un’emozione e una faccina, disegnata accuratamente dai bambini in ogni talloncino: all’arancio corrispondeva una faccina sorridente, al verde una imbronciata, al rosso corrispondeva una faccina impaurita mentre al giallo una incuriosita.

I bambini hanno quindi posizionato gli smile colorati in una grande aerofoto di Librino collocando i talloncini in corrispondenza dei propri luoghi di interesse e successivamente hanno indicato per iscritto le proprie preferenze e motivazioni su un cartellone posto a fianco alla cartina.

Alla mappatura completa di Librino è seguita una discussione collettiva in cui ogni bambino ha riconosciuto nelle proprie scelte, nei propri disagi anche quelli dei compagni.

“Librino con gli occhi autentici del fanciullino” è stato un viaggio nel mondo bambino pieno di emozioni in cui sono emersi segnali forti e di grande positività.

Librino può contare su una nuova generazione promettente di ragazzini “critici”, vivaci, senza “peli sulla lingua”, che vedono, vivono dei disagi, registrano malumori degli adulti, raccolgono le notizie che provengono dalla stampa che contribuisce assieme al “passaparola” a costruire l’immaginario collettivo dei piccoli, di cui spesso sono vittime inconsapevoli ma che difendono la propria appartenenza ad un quartiere a cui non vogliono rinunciare. Librino può contare su nuove leve disposte a mettersi in gioco con la voglia di sentirsi protagonisti dei cambiamenti e di vedere realizzati i propri sogni!




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