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Licandro (PDCI): Catania allo sbando, governo locale assente

sabato 7 marzo 2009

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Una città allo sbando – con i negozi che chiudono a decine e le imprese che licenziano -, certamente travolta dalla crisi che ha colpito tutto il Paese, ma su cui pesa l’assenza di un governo locale.
Questa è Catania secondo Orazio Licandro, responsabile nazionale Organizzazione dei Comunisti italiani, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa non per polemizzare, ma per chiedere che tutti siano messi in condizione di operare nella legalità e segnalare che non c’è “alcun risanamento strutturale (forse soltanto un tentativo di fare ordine nella spesa corrente, ma niente di più), nessun orizzonte di investimenti, nessun appeal per gli imprenditori e quella degli investimenti cinesi, che non ci saranno, è solo una bufala”.
Licandro ha ricordato che ancora i “famosi 140 milioni di euro del governo nazionale non sono arrivati” mentre l’amministrazione comunale avvia “un poderoso piano di dismissione del patrimonio immobiliare, in continuità con la giunta Scapagnini” esprimendo la preoccupazione che, dal momento che “le transazioni immobiliari sono prossime allo zero” e che “dilagano i capitali illegali”, questo patrimonio possa finire “in brutte mani”.
Il numero due del Pdci ha parlato quindi di “forte opacità del Palazzo e dintorni”, con l’Amt che rappresenta “un buco nero incomprensibile a fronte di un sevizio pubblico che non esiste”, ha chiesto chiarezza sulla “vicenda mai chiarita delle dimissioni di Monti” dal cda della Multiservizi, ha ripetuto una domanda fatta già 20 giorni fa per sapere per quale ragione un comune in sofferenza nel luglio scorso ha rinunciato con una transazione a un credito di ben 8 milioni di euro che vantava nei confronti della società Acque di Casalotto.
Il dirigente comunista ha affrontato anche l’annosa questione del Piano regolatore generale - una “costosissima tela di Penelope” per via dei numerosi incarichi ad esperti, consulenti, dirigenti esterni -, che viene sistematicamente “ritirato, modificato, rielaborato...”.
Legata a questa vicenda, Licandro ha sottolineato infine l’urgenza che l’amministrazione risolva “la questione ventennale del concorso per gli ingegneri e gli architetti” del comune di Catania, che non viene espletato nonostante sia stato bandito, legittimando così nei fatti il continuo “ricorso a consulenti e dirigenti esterni” con ulteriore notevole aggravio di costi per la città.




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