mercoledì 14 gennaio 2009, di
Vota quest'articoloManifestazione per il popolo palestinese, Catania 10 gennaio ’09
Tengo il conto.. li conto ogni giorno. Ad oggi, siamo a 930 morti e, non so più, quanti feriti..
E il mondo sta a guardare, ancora una volta, l’ennesima.
Sabato scorso, la parte “pensante” di questa città, o che conserva ancora un po’ di senso civico o, meglio ancora, che resiste e resta umana, si è data appuntamento di fronte la Villa Bellini per partecipare alla manifestazione organizzata dal Comitato di Solidarietà con il popolo palestinese. Quest’ultimo formato da varie sigle, da varie realtà.. dalla Rete Antirazzista al Movimento studentesco, dal CPOA Experia all’Open Mind GLBT, ma soprattutto dalle varie comunità di migranti che vivono a Catania: maghrebini, senegalesi, eritrei e palestinesi.
Il corteo è partito con in testa lo striscione “SIAMO TUTTI PALESTINESI”, scritto in arabo e in italiano. Una grande bandiera della Palestina, tenuta dai migranti e dai locali, sfilava per la via Etnea.. Sabato pomeriggio, periodo di saldi.. la gente entra ed esce dai negozi e, forse, non si ferma neanche a sentire e, forse, non vuole vedere, non vuole capire.
Una studentessa universitaria, al megafono, scandisce slogan ma, con la voce straziata, vuole spiegare che.. il sangue dei palestinesi non è acqua.. il mondo non può restare a guardare.. Gaza è un lager a cielo aperto. E lei è palestinese.
Muoiono soprattutto bambini, non arrivano più cibo e medicinali, da tre anni c’è un embargo da parte di Israele che ha ridotto la popolazione alla fame e, il governo di Tel Aviv continua a dire che, a Gaza, non c’è una crisi umanitaria..
Il popolo palestinese soffre da troppi anni, le sue giovani generazioni hanno conosciuto solo la guerra, le bombe, i check-point, il muro a Ramallah, la morte. Questa non è vita. E, adesso, anche il fosforo bianco, proibito dalle convenzioni internazionali.
Non possiamo restare a guardare.
Il corteo è stato “disturbato” da un gruppo di “bulli”, tra i quali, purtroppo, ho riconosciuto alcuni ragazzi della mia scuola (media) .. Mi sono fermata a parlare con loro, spiegando loro che, in un paese lontano chiamato Palestina, muoiono ogni giorno bambini e ragazzi della loro età che vorrebbero vedere finire la guerra,poter giocare e andare a scuola.
La manifestazione si è conclusa in piazza Università con gli interventi dei vari rappresentanti del Comitato e l’intervento dell’Imam della Moschea. Parlava alla sua gente, ai suoi fedeli, spiegava, e mostrava due grandi cartelli con le foto di ciò che in questi giorni succede a Gaza e che, televisione, giornali, non stanno mostrando. L’informazione, le immagini di questa tragedia, ancora una volta viaggiano su internet.
Il prossimo appuntamento è a Roma, in piazza Vittorio ore 15.30, sabato 17 gennaio, per la manifestazione nazionale per la Palestina.
Restiamo umani.