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Pippo Fava, giornalista senza compromessi

mercoledì 19 gennaio 2011

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I primi giorni dell’anno hanno visto svilupparsi, com’è ormai consuetudine, una serie di interessanti manifestazioni dedicate alla memoria di Pippo Fava - giornalista e drammaturgo assassinato dalla mafia - tra Palazzolo Acreide e Catania, rispettivamente città natale e sede prevalente del suo impegno civile e professionale.

Il Premio Fava, giunto alla sua V edizione, è promosso ed organizzato dal coordinamento Giuseppe Fava di Palazzolo in collaborazione con la fondazione Fava, l’associazione palazzolese antiracket, libera, la consulta giovanile, la proloco e con il patrocinio del Comune di Palazzolo Acreide e della Provincia regionale di Siracusa. Il programma, ha presentato, oltre a vari momenti artistici di musica e teatro, diverse iniziative sui temi dell’antiracket, dell’uso e la gestione dei beni confiscati alle cosche, dell’analisi sullo stato del contrasto alla mafia, sul piano giudiziario, giornalistico e culturale in generale.

Tra le iniziative più originali e significative un workshop di videogiornalismo condotto da Sonia Giardina, una rassegna dell’antimafia a fumetti e un dibattito sui segreti di Stato, da Portella delle Ginestre ai recenti sviluppi investigativi sulle stragi mafiose del ’92. Di seguito il dibattito si è concentrato sul “concetto etico del giornalismo”, coinvolgendo esponenti di due diverse generazioni di giornalisti: Pino Maniaci – giornalista di TeleJato, con tutta la sua famiglia impegnato sul difficile territorio partinicese e limitrofo in un’azione costante di denuncia degli affari delle potenti cosche mafiose locali e dei loro riferimenti nel mondo politico ed economico– e Gaetano Alessi, come ha voluto egli stessi più volte rimarcare, rappresentante di un gruppo di giovani attivisti arrivati al giornalismo di base per rompere il conformismo omertoso del loro paese, Raffadali in provincia di Agrigento.

Come sottolineato con forza nel corso del dibattito da Riccardo Orioles - uno degli “storici” redattori del famoso giornale diretto da Pippo Fava “I Siciliani”, presente durante le iniziative insieme a Sebastiano Gulisano - il significato più importante delle manifestazioni sta nel fatto che l’esperienza di Fava non è finita, ma vive ancora nel lavoro di chi già c’era allora, ma soprattutto in quello dei giovani delle testate di base che con coraggio e sacrifici portano avanti quel giornalismo “di frontiera” che ha caratterizzato l’attività di Fava. I giovani ragusani del giornale “Il Clandestino con permesso di soggiorno”, quelli catanesi di “U Cuntu”, de “I Cordai”, della “La Periferica” e “Girodivite”, quelli corleonesi di Dialogos, quelli siracusani di “La Civetta”e del “Il Megafono”. Sono questi giovani, e altri presenti in varie realtà, che rappresentano la vera speranza per un giornalismo senza padroni che vuole essere il classico “cane di guardia”, allertato per controllare qualsiasi tipo e forma di potere. Con questa consapevolezza queste testate di base si sono riunite a Palazzolo, all’interno delle manifestazioni in memoria di Fava, come fanno da qualche tempo in varie parti della Sicilia, per provare a costruire una rete attraverso la quale scambiarsi esperienze, anche di tipo tecnico-professionale, e collaborazioni varie su di un più largo raggio.

C’è anche tra i progetti dibattuti un’ambizione più “alta” in questi giovani che nelle intenzioni dovrebbe portare alla realizzazione collettiva di un prodotto di comunicazione, autenticamente libera e indipendente, che si aggiunga e non sostituisca il lavoro importante delle testate locali, ormai consolidatesi nei territori, ma rappresenti un valore aggiunto per l’informazione in una terra come quella siciliana in cui la stampa non di rado appare coinvolta nel clima, inquinante ed inquietante, di ossequio ai poteri politici ed economici-finanziario. Una prima esperienza il lavoro comune sarà rappresentata dall’elaborazione di alcuni dossier di “respiro” regionale, coordinati dalle diverse testate locali, su temi fondamentali sul piano politico-economico e sociale.

Il 5 pomeriggio si è svolto a Catania il tradizionale presidio davanti la lapide dedicata a Pippo Fava, poi alle Ciminiere un altro interessante dibattito sull’impegno antimafia. Iniziative importanti e lodevoli, ma che, un minuto dopo il doveroso atto di presenza, dovrebbero, però, affermare concretamente che è veramente importante, e può essere decisivo, quello che si fa prima e dopo le manifestazioni. In questa direzione di innovazione non sono stati sottovalutate altre esperienze, meno tradizionali, di altri, professionisti e non, che spesso hanno incontrato il giornalismo nel mezzo dell’impegno sociale e professionale come Sonia Giardina con la sua “telecamera per Catania-Visione Urbane “ squarci di resistenza a Catania” - una rassegna di video-denuncia sul degrado della città e sui principali focolai di lotta nati a Catania dal 2009 a oggi proiettati al Centro sociale GAPA di San Cristoforo, un Centro di aggregazione popolare impegnato da anni nel difficile lavoro di antimafia sociale sul territorio. Tra le tante attività svolte dal GAPA in questo inizio di anno, il 15 gennaio si è svolta anche la presentazione dell’antologia di scrittori meridionali su temi diversi, ma di comune osservazione e analisi di aspetti connessi all’universo mafioso, dal titolo “Strozzateci tutti”, edito da Aliberti con la prefazione di Marco Travaglio.
Infine, va sottolineata la coerenza della scelta e delle motivazioni di assegnazione del Premio Pippo Fava a sei giovani giornalisti calabresi minacciati dalla ’ndrangheta” per i loro impegno di cronisti in territori e situazioni delicatissime, mentre per la sessione “giovani giornalisti” è stato premiato il già citato Gaetano Alessi della testata “Ad Est”, nata e sviluppatasi a Raffadali, in provincia di Agrigento, dove spesso si è scontrata con la potente famiglia di Salvatore Cuffaro, ex Governatore della Sicilia condannato, in primo e secondo grado, per reati connessi a rapporti con la mafia. Sia nel caso dei giovani cronisti calabresi che in quello del siciliano Alessi, arriva dal premio Pippo Fava un forte segnale di valorizzazione dell’impegno giornalistico, autenticamente libero ed indipendente, decisivo per condurre una seria ed efficace lotta alla mafia.

Giovanni Abbagnato
da “A Sud Europa” rivista del centro studi Pio La Torre




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