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Rifondazione Comunista su svendita immobili Catania: impoverimento della città

lunedì 2 marzo 2009

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Il sindaco Stancanelli sulle orme di Scapagnini si appresta a svendere beni pubblici, scuole, beni storici e terreni resi ad arte edificabili.
Per recuperare 40 milioni di euro la giunta comunale si appresta ad approvare una delibera per svendere all’asta importanti beni di proprietà di tutta la cittadinanza catanese.
Ex caserme, chiese sconsacrate, case rurali, ex mercati comunali, masserie ed edifici scolastici di librino sono accomunati in un lungo elenco di beni che, anziché essere usati per ricostruire il legame sociale della città, per istituire centri sociali, culturali, ricreativi, saranno venduti al miglior offerente per fare cassa.
Per non parlare, inoltre, di prestigiose ville di proprietà comunale come villa Gentile Cusa, villa Nitta a Librino e villa Curia, per le quale il sindaco Stancanelli prevede la valorizzazione e la successiva vendita.
Che dire infine della trovata delle aree edificabili?
In barba ad ogni pianificazione urbanistica alcune aree di proprietà del comune saranno oggetto di variante per elevarne la cubatura e successivamente vendute.
Il tutto per racimolare 40 milioni di euro, una cifra che si aggira alla metà del debito accumulato dalla sola AMT negli ultimi 5 anni!
Tutto questo mentre si attendono ancora i 140 milioni di euro promessi da Tremonti, ma mai arrivati.
La svendita degli immobili comunali proposta servirà solo ad impoverire la comunità, impedirne il rilancio associativo e sociale e a far arricchire pochi imprenditori edili senza scrupoli.
In assenza di un forte intervento del governo capace di risanare la crisi finanziaria del comune di Catania (debiti per oltre 1 miliardo di euro accumulati durante la sindacatura Scapagnini), la soluzione è una sola: dichiarare il dissesto, chiudere con un passato nefasto e ricominciare una nuova fase per la città.
Rifondazione Comunista vigilerà perché siano rispettate le leggi in vigore a tutela dei beni pubblici e si batterà contro la politica di svendita del patrimonio comunale della giunta Stancanelli, capace solo di vivere alla giornata, trascinando in una drammatica crisi migliaia di lavoratori da mesi senza stipendio e centinaia piccoli imprenditori da anni in attesa di essere pagati.




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