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Ritirato il badge ai lavoratori della Energy Technological

StM, 60 pulizieri lasciati fuori dai cancelli

Si attende un incontro all’Ufficio provinciale del lavoro

martedì 24 novembre 2009

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Ai 60 lavoratori della Energy Technological srl, azienda che si occupa di pulizia e manutenzione, viene impedito l’ingresso dello stabilimento della StM. L’azienda ha avuto in appalto dal Consorzio mediterraneo per l’alta tecnologia i servizi di pulizia e giardinaggio all’interno della multinazionale.

Ai lavoratori è stato ritirato il badge per accedere agli impianti, in attesa di un incontro che si dovrà tenere il 30 novembre all’Ufficio del lavoro. L’incontro è stato richiesto dal Consorzio in seguito allo stato di agitazione dei lavoratori dichiarato il 18 novembre per il mancato pagamento dello stipendio di settembre.

In effetti, i lavoratori avevano dichiarato l’intenzione di riprendere il lavoro dopo aver saputo dall’azienda che il Consorzio nel frattempo, aveva versato il bonifico per gli stipendi. Il Consorzio però non ne ha più autorizzato l’ingresso e, inoltre, ha convocato una riunione presso l’Ufficio del lavoro.

«Ci sono 60 padri di famiglia ai quali viene impedito di lavorare – denuncia la segreteria provinciale della Fisascat Cisl – per questioni del tutto risolvibili. Purtroppo, i lavoratori ricevono lo stipendio con pesante ritardo, dovuto all’irregolarità con cui vengono pagate le commesse da parte di altre due aziende, la CMAT di Piano Tavola e la Meridionale impianti. Per tale motivo siamo stati costretti a dichiarare lo stato di agitazione, anche se i lavoratori erano disposti a rientrare dopo aver saputo che il Consorzio aveva fatto il bonifico».

Anche la direzione dell’Energy Tecnological ha manifestato perplessità per la decisione del Consorzio: «Il presupposto della riunione non ha fondamento – ha scritto in una nota – poiché sono venute meno le questioni, dopo il bonifico fatto dal Consorzio. Impedendo l’ingresso ai lavoratori e ostacolandone le funzioni, si mette in difficoltà l’azienda, con conseguenti danni economici e di immagine».




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