mercoledì 29 luglio 2009, di
Vota quest'articoloI Carabinieri di Catania nel primo pomeriggio di ieri, hanno arrestato C.B., pregiudicata 23enne, per aver ucciso la figlia di appena cinque settimane di vita.
Verso le ore 11.00 di ieri un’ambulanza del 118 veniva chiamata ad intervenire in Viale Castagnola 14 a Librino, per soccorrere e trasportare all’ospedale Garibaldi di Catania, una bambina di poche settimane ormai priva di vita. Il complessivo quadro fisico e clinico della bimba, l’assoluta assenza di segni di violenza sul corpo della neonata, inducevano i medici a considerare la sua morte come una tragica conseguenza di un soffocamento puramente accidentale. Insomma, un doloroso, sfortunato evento, unicamente destinato ad alimentare la statistica delle morti neonatali.
Qualcosa però non convinceva i Carabinieri intervenuti sul posto e in ospedale chiamati, come da prassi, dal personale del pronto soccorso pediatrico. Alcune strane circostanze tuttavia mettevano in allarme i Carabinieri chiamati, come da prassi, dal personale del pronto soccorso pediatrico.
In particolare, il fatto che ad accompagnare in ospedale il corpicino senza vita fosse stata la zia materna, il dubbio comportamento della donna alla vista della bimba, induceva i Carabinieri, che seguono il caso, ad approfondire i fatti.
I Militari scoprivano così che la donna, già madre di un bambino di 13 mesi, non aveva mai accettato di buon grado quest’ultima gravidanza, frutto di un rapporto con un uomo che mai ha voluto riconoscere nessuno dei due bimbi.
Individuato il potenziale movente, i Carabinieri mettevano alle strette la donna, la quale confessava di avere ucciso la figlia attraverso una sequenza terrificante: la donna ha prima cercato di uccidere la piccola tappandole con le mani, naso e gola, successivamente ha tentato di strangolarla con le mani, l’ha colpita allo stomaco e infine l’ha soffocata con un cuscino.
Inutile aggiungere che la donna è stata immediatamente arrestata con l’accusa di omicidio volontario e associata presso il reparto psichiatrico di un ospedale di Catania, piantonata dai Carabinieri, avvertiti i servizi sociali del Comune di Catania per valutare le condizioni del figlio maggiore.