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WWF Catania su corso Martiri della Libertà: "accordo o resa senza condizioni?"

sabato 30 gennaio 2010

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Quello tra il Comune di Catania ed i proprietari dei terreni più che un accordo ci appare una resa senza condizioni, per diversi motivi:

Prevenzione sismica.

Si parla tanto di rischio sismico ma sembrerebbe che nel progetto non siano state previste aree sicure in caso di sisma: se ciò fosse vero sarebbe incomprensibile in una città a grave rischio sismico come Catania. Spesso ci si ricorda della prevenzione solo a danno avvenuto.

Nel centro storico ci sono infatti pochissime aree libere, se venissero cementificate tutte queste aree senza prevedere adeguate aree sicure non ci sarà più la possibilità di tornare indietro per garantire alla cittadinanza spazi sicuri dove rifugiarsi in caso di terremoto. La prevenzione antisismica non può rimanere sempre e solo uno slogan da ricordare a disastro avvenuto.

Le aree verdi.

Parliamo di un’area all’interno di un centro storico, quello di Catania, con forti carenze di aree verdi, aree per bambini, anziani o dove semplicemente passeggiare. La “riqualificazione” pertanto è un’occasione insostituibile per migliorare la qualità della vita di tutto il centro di Catania. Quindi la percentuale di aree destinate a verde o fruibili doveva essere maggiore di quella minima prevista dalla legge per sopperire (anche se solo parzialmente) alla loro mancanza in tutte le aree limitrofe.

Ad aggravare ciò, il verde viene spesso previsto sulla copertura dei parcheggi interrati, con tutte le esalazioni dell’utilizzo sottostante ed impedendo la creazione di un vero polmone verde con alberature ad alto fusto.

La scuola Giovanni Pascoli.

Continua l’intenzione del Comune di spostarla e non si dà alcuna motivazione concreta che ne giustifichi la necessità. Peraltro per lasciarla dove si trova senza danneggiare i proprietari delle aree basterebbe compensare tale cubatura spalmando la stessa nel resto delle aree; invece si è detto che in caso di bocciatura dello spostamento della stessa da parte del Consiglio salterebbe tutto l’accordo con i privati. Se confermato, l’ultimatum al Consiglio comunale ci pare un atto gravissimo.

Noi crediamo che a tutti questi rilievi si sarebbe potuto dare una risposta chiara se semplicemente il progetto fosse passato da una discussione e da un’approvazione da parte del Consiglio Comunale, come dovrebbe avvenire per tutte le decisioni che coinvolgono porzioni di territorio così importanti. Ciò non è stato fatto. Non si condivide il fatto che il Consiglio Comunale (e quindi la cittadinanza) sia stato scippato dalla possibilità di discutere realmente su tutto il progetto.

Sicuramente lo sventramento di San Berillo è una ferita aperta all’interno della città di Catania, ma riteniamo che le ferite non si sanino senza una vera cura e soprattutto non si sanino con le colate di cemento.

Maurizio Musmeci
Presidente WWF Catania

Giuseppe Rannisi
Delegato LIPU Catania




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