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il segretario CIGL Battiato su crisi finanziaria Comune

lunedì 6 ottobre 2008

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Il decreto legge del Governo di modifica della destinazione fondi, che assegna al Comune di Catania 140 milioni di euro a fondo perduto, già deliberati dal CIPE , serviranno soprattutto a coprire i deficit di bilancio relativi agli anni 2003, 2004, e 2006. Nel breve periodo scongiureranno di certo il dissesto, ma non saranno sufficienti a risolvere alla radice i problemi della crisi finanziaria che perdurerà per alcuni anni ancora, sempre che si mettano in essere politiche virtuose che colpiscano gli sprechi ed evitino scelte finanziarie dissennate.

In caso contrario presto ci ritroveremo sull’orlo del baratro, questa volta senza alcuna possibilità di essere salvati da aiuti esterni. Dico questo perché credo non sia sfuggita a nessuno la forte protesta nei confronti del Governo da parte di numerosi amministratori di Comuni e Regioni del Paese facenti capo ai diversi schieramenti. Il finanziamento al Comune di Catania è stato aspramente criticato e ciò a fronte di altri comuni che hanno manifestato analoghe difficoltà. C’è poi chi ha contestato il fatto che si trovino risorse per chi spende male e non per chi spende correttamente; e ciò, in un momento in cui si parla tanto di federalismo. Il sindaco Stancanelli deve dunque sapere che il suo agire e l’opera di risanamento che ha promesso di implementare, non solo saranno osservati e giudicati da tutti i cittadini catanesi ma anche dall’opinione pubblica nazionale. Da ora in poi i riflettori di tutti gli organi di informazione saranno puntati sulla sua amministrazione.

Per quanto mi riguarda, ritengo preliminarmente indispensabile ed urgente che il sindaco nomini una commissione di indagine formata da personalità lontane dalla politica e di grande competenza e prestigio che riesaminano gli atti amministrativi degli ultimi otto anni di Governo di centro – destra. Lo scopo è risalire alle cause che hanno portato al disastro finanziario, non tanto per stabilire eventuali responsabilità penali -a queste penserà la Magistratura- ma soprattutto per fare verità e comprendere cosa va cambiato nel modo di amministrare. Solo così l’Amministrazione comunale potrà sperare di ottenere la credibilità e la fiducia da tempo perse. Nel merito, la mia opinione è che vada superata la logica spartitoria nell’assegnazione delle deleghe assessoriali che finora sono state gestite non nell’interesse della collettività ma in quelle dei Partiti e delle correnti di Partito, con il solo scopo di incrementare le clientele, drogando così la spesa.

Inoltre, la macrostruttura burocratica andrebbe selezionata non in base alla subalternità al potere politico, ma solo sulla competenza, ed in questo ambito vanno valorizzate le migliori risorse umane interne al Comune, arrestando il ricorso sfrenato alle consulenze ed alle nomine dirigenziali esterne, ed infine ripristinando la distinzione tra la politica che deve dare gli indirizzi e la dirigenza che li deve attuare.

Per quanto riguarda i compiti del sindacato, abbiamo proposto al Sindaco un tavolo permanente per confrontarci sul merito delle misure di risanamento finanziario; questo per controllare che tra i tagli agli “sprechi” non rientrino i servizi a favore delle fasce deboli della popolazione catanese e per affermare il ruolo del sindacato confederale per sua essenza non corporativo e quindi da sempre impegnato a garantire gli interessi generali della collettività.

Dai primi atti del sindaco Stancanelli sembra che questo confronto possa continuare. Significativo a questo proposito, è l’accordo sulle priorità nei pagamenti ai creditori, che vedano al primo posto le cooperative e quindi i lavoratori del settore socio – assistenziale che da molti mesi non percepiscono lo stipendio, il pagamento di una parte del debito verso l’ENEL per consentire di riaccendere la città negli ultimi mesi divenuta molto insicura , ed ancora, il pagamento di parte del debito verso il titolare della discarica per i rifiuti, che rischiava di chiudere, con conseguenze drammatiche per la salute dei cittadini.

Concludendo, ritengo tuttavia, che il sindaco dovrà cominciare ad occuparsi insieme alle altre Istituzioni della grave crisi che attraversa l’apparato produttivo catanese. Apparato che rischia la desertificazione.

Di questa crisi, i casi emblematici sono riferibili alla ST – Numonyx , alla Cesame ed alla COEM ma altre aziende stanno silenziosamente chiudendo la loro attività o si stanno delocalizzando.

A fenomeni di questo tipo il sindacato ritiene che l’amministrazione comunale non possa e non debba rimanere indifferente.




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