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Anche la Cigl-Catania aderisce allo sciopero generale

Il 13 Febbraio manifestazione anche per la vicenda STMicroelectronics

sabato 7 febbraio 2009

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Anche la Cgil catanese si prepara allo sciopero generale di giorno 13 dei metalmeccanici insieme ai dipendenti del pubblico impiego, per la durata di otto ore, con manifestazione nazionale a Roma.

Dalla Sicilia dovrebbero essere almeno 1500 i partecipanti e il sindacato etneo ha già avviato la macchina organizzativa: le segreterie di Fiom (metalmeccanici) e Funzione pubblica (lavoratori dipendenti statali, parastatali, sanità, enti locali, aziende ecc) hanno diffuso i recapiti telefonici a cui rivolgersi. Telefonando allo 095-7152020 o al 349 7210378 ci si potrà prenotare per il treno speciale che porterà i manifestanti nella capitale.

Stamattina il segretario Fiom Tuccio Cutugno e Stefano Materia della segreteria, Corrado Tabita Siena segretario della FP Cgil e il segretario della Camera del Lavoro Francesco Battiato hanno spiegato alla stampa i motivi dello sciopero. Il 22 gennaio scorso il governo, la Confindustria, Cisl, Uil e Ugl hanno sottoscritto un accordo sulla riforma del sistema contrattuale; accordo che la Cgil non ha firmato e che insieme a Fiom e FP giudica profondamente negativo perché viene programmata la riduzione dei salari. Questi ultimi, si dovranno contrattare ogni 3 anni invece che ogni 2, senza nessuna garanzia che le imprese debbano rispettare le scadenze o assicurare gli arretrati; sarà anche obbligatorio chiedere aumenti sulla base dell’indice deciso da un ente terzo, senza aggiungere un centesimo. A Catania l’iniziativa riveste un significato importante perché si tiene anche a sostegno delle vertenze in corso per la difesa del lavoro, dei diritti delle condizioni di vita dei lavoratori. Resta ancora poco chiaro, ad esempio, il silenzio della St (4 mila lavoratori, senza contare i 450 di Numonyx) a proposito della proposta di Sharp, che sul fotovoltaico è pronta ad investire a Catania 1 miliardo di euro. Rimane alta la preoccupazione a proposito della S.A.T. “cannibalizzata” dalla STMicroelectronics. L’azienda di 200 dipendenti che ha sempre prodotto per il colosso della microelettronica, è adesso sul punto di chiudere i battenti a seguito dei trasferimenti St in Asia di alcuni stabilimenti. Si teme anche per i diritti dei 100 dipendenti della Seasoft, dove esiste un serio problema a fronte del quale l’azienda ha deciso di non avviare la contrattazione aziendale.

“Si estende la bilateralità, si centralizza e si indebolisce la contrattazione- spiega il segretario generale Battiato- Ancora più grave è, però, che le regole sulla contrattazione siano decise solo da una parte dei sindacati e senza consultare i diretti interessati. Solo un referendum tra tutte le lavoratrici e i lavoratori può decidere se quell’intesa va bene”.

Aggiunge Tuccio Cutugno: “A causa di questo meccanismo perverso, gli aumenti verranno calcolati su una retribuzione inferiore a quella reale e anche a quella attualmente concordata nei contratti. Se nell’ultimo rinnovo del contratto nazionale si fossero applicate queste nuove norme, invece che 127 euro in due anni e mezzo, i metalmeccanici avrebbero ricevuto 66 euro in tre anni”.

Il contratto nazionale, insomma, appare meno certo ed esigibile.

“Non è un caso- ha sottolineato Corrado Tabita Siena- che Funzione pubblica e metalmeccanici stiano lottando insieme per contrastare il governo. Queste manovre vanno contro gli interessi dei lavoratori dipendenti e degli stessi cittadini. Un esempio? Se non verranno confermati i contratti ai precari a venir meno saranno proprio i servizi E’ il turn over che verrà a mancare e dunque la certezza che i cittadini possano godere sempre e comunque dei servizi pubblici legati alla sicurezza o alla sfera della sanità. Ci chiediamo a cosa serva quest’accantonamento di 10 miliardi di Tremonti. L’impressione è che si voglia distruggere il tessuto produttivo”.




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