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Catania capitale siciliana del franchising

martedì 28 ottobre 2008

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Catania è la piazza commerciale più importante e più franchisizzata della Sicilia, sia per capacità di generare franchising (franchisor) sia per capacità di aggregazione a reti esistenti (franchisee).

Sono undici le insegne su un totale di 27 promosse da imprese localizzate nel territorio, con molti settori rappresentati: dagli alberghi all’animazione turistica, dalla vendita dei giocattoli alla consulenza di direzione, dalle agenzie di viaggi ai servizi finanziari alle scuole di infanzia. Non è inverosimile, pertanto, che su circa 3585 punti di vendita affiliati in franchising, almeno 1500 siano localizzati nel territorio della provincia di Catania. Il volume di affari generato dovrebbe attestarsi intorno al mezzo miliardo di euro.

Le cifre sono frutto di una elaborazione dei dati forniti da Assofranchising e dall’Osservatorio Permanente per il Franchising dell’Università Roma "La Sapienza". Se ne è parlato stamattina a “Catania parla… Franchising” il seminario di approfondimento sulla realtà imprenditoriale etnea organizzato dalla Camera di Commercio alla presenza di uno dei massimi esperti in

materia di franchising, ossia il docente dell’Università della Florida Robert W. Emerson. Hanno introdotto i lavori il consigliere Carlo Romano e il segretario generale Alfio Pagliaro. E’ poi intervenuto il docente dell’Università di Catania (Dipartimento Impresa, culture e società) Rosario Faraci e – tra gli interventi programmati- anche il docente universitario Francesco Garraffo del medesimo dipartimento.

C’è un settore nel quale Catania è addirittura leader nazionale per capacità di promuovere il franchising: è quello dei servizi alla persona, nel segmento dei saloni di parrucchieri; una rete è stata promossa da due parrucchieri catanesi, totalizzando nel complesso quasi 450 punti di vendita affiliati. Un vero record per l’imprenditoria del Sud d’Italia. Perché tanto successo? “Probabilmente nella nostra città di necessità si è fatta virtù”, spiega Carlo Romano. “Di fronte alla morìa di molte aziende, soprattutto artigiane, in molti hanno preferito puntare sull’innovazione”.

Più difficile la ricostruzione dei franchisee, ovvero dei punti di vendita affiliati. E’ sotto gli occhi di tutti, a Catania, una significativa modernizzazione dei punti di vendita della distribuzione, nei settori del commercio di abbigliamento, di alimentari e, naturalmente, dei servizi finanziari, di mediazione creditizia e delle agenzie immobiliari, in linea con il dato nazionale.

“La prima virtù del franchising è quella di essere presi per mano da qualcuno che ha già un marchio e un sistema su cui poter contare”, spiega Emerson, che però mette in guardia anche da possibili svantaggi: “Molti firmano questi contratti senza saper calcolare in anticipo i costi; può succedere che si paghino royalty spropositate a fronte di una bassa realizzazione di profitti. Consiglio di considerare il franchising un buon inizio per poi camminare sulle proprie gambe”.

E aggiunge il docente Rosario Faraci:“Il boom del franchising a Catania è indicatore di almeno due fenomeni: da un lato, Catania è considerata una importante piazza commerciale da molte imprese italiane della distribuzione e il territorio, soprattutto per i consumi che è in grado di generare nelle fasce più giovani. Dall’altro lato, il franchising ha reso più moderna la struttura delle nostre piccole imprese al dettaglio”. Per Garraffo, il successo è soprattutto frutto di un “savoir faire” imprenditoriale, e dal ’78 ad oggi il fenomeno ha registrato un crescendo di interesse: “Un franchising di successo si basa su un rapporto di collaborazione aperto e su un atteggiamento di disponibilità tra le due parti”.




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