Una strada lunga 30 anni
Apre l’asse attrezzato, era tra le incompiute più antiche
giovedì 12 agosto 2010, di
Vota quest'articoloQuando il progetto dell’asse attrezzato fu approvato Librino era ancora poco più di un grande e disabitato borgo rurale nel quale, dopo i primi insediamenti spontanei nella parte antica, alcuni coraggiosi pionieri tentavano di organizzare le prime cooperative edilizie. Quel luogo, che iniziava a popolarsi di cantieri e persone, doveva apparire, urbanisticamente e geograficamente, ben oltre i confini cittadini di Catania ai suoi primi abitanti. Essi certo avevano già sentito parlare del fantomatico progetto della Città Satellite di Kenzo Tange ma non immaginavano che quelle verdi colline generose di uva e arance sarebbero state presto violentate e seppellite dall’arido cemento di avidi speculatori.
Per più di 30 anni l’asse attrezzato ha simboleggiato per Librino la cicatrice, il ricordo doloroso di quello scempio violento e incivile deciso da pochi potenti sulla pelle di quasi centomila abitanti. Nella sua incompiutezza e inutilità, come un orrendo tumore, ha tagliato in due, arbitrariamente e in modo innaturale, la periferia sud di Catania accentuando il senso di distanza con il mondo intorno a sé e l’isolamento tra i nuclei interni al quartiere. Neppure la Porta della Bellezza, l’opera che Antonio Presti ha voluto donare al quartiere coinvolgendolo nella sua realizzazione, poteva restituire il senso a ciò che rimaneva essenzialmente una incompiuta.
Adesso, a distanza di pochi giorni dalla realizzazione della caserma dei carabinieri a villa Papale, anche questo tassello strategico che collega immediatamente Librino con l’autostrada e il corso Indipendenza è stato ultimato. Sarebbe ingenuo scrivere che i problemi di questa periferia sono stati risolti e se è vero che dopo anni di abbandono del quartiere alcune cose importanti sono state realizzate è altrettanto vero che molte ed altrettanto importanti e urgenti, ne rimangono da fare e, attraverso la Periferica, non abbiamo mai mancato in questi anni di specificare quali. Eppure alcuni segni sono importanti da cogliere perché, se non bastano a restituire a Librino un assetto sociale e urbanistico veramente a misura d’uomo, mostrano quantomeno la volontà politica di limitare gli errori di decenni di cattiva amministrazione. Se questa volontà saprà anche comprendere, ascoltare e indirizzare le proposte e le richieste che arrivano dal territorio tramite gli abitanti, i presidi delle scuole, le associazioni e organizzazioni di volontariato e i comitati locali potremo finalmente assistere all’inizio di una nuova storia per Librino.