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La Catena di San Libero n. 375

lunedì 10 novembre 2008, di Riccardo Orioles

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riccardo orioles

La Catena di San Libero

10 novembre 2008 n. 375


Oh, Bamah!

Parma. Molta paura ma per fortuna nessun danno alle persone è il
bilancio dell’improvvisa incursione aerea scatenata stamane sulla
città emiliana. All’origine del drammatico episodio il fermo, avvenuto
nella tarda serata di ieri, del giovane Akia Zonga, di anni 21 e di
cittadinanza keniota, da parte di una pattuglia di vigili urbani.
Questi, dopo aver preso a calci il ragazzo e avergli causato lesioni
al braccio destro e all’arcata sopracciliare sinistra, gli hanno
chiesto che cosa facesse in giro a quell’ora fuori dal suo luogo di
lavoro. Il giovane ha tuttavia avuto la presenza di spiritodi estrarre
il cellulare e comporre il numero verde dell’Ambasciata americana, che
ha immediatamente fatto decollare due F-115 dalla portaerei
"Geronimo".

Così, mentre uno dei vigili stava ancora gridando "Parlo con te,
sporco ne..." i due velivoli hanno sganciato sul Comando Vigili e sul
Municipio altrettanti ordigni BSIB ("Bull Shit Intelligent Bomb") che
hanno istantaneamente ricoperto di merda di bufalo a essiccamento
rapido vigili, sindaco e diversi assessori. I locali del Comando
vigili sono in via di ripristino mentre scriviamo, mentre in Municipio
si spala ancora nel tentativo di riportare alla luce l’Assessore alla
sicurezza Costantino Monteverdi, difficilmente individuabile nella
massa del materiale sganciato dai bombardieri.


Zombies

In questi ultimi tempi il nostro governo, che già di solito non brilla
per freschezza, si esprime principalmente attraverso personaggi alla
Dario Argento: Corrado Carnevale (sorvegliante-capo in Cassazione, età
72), Francesco Cossiga (reo confesso omicidio Masi, età 80), Licio
Gelli (ghost-writer del capo del governo, età 88), Giulio Andreotti
(interlocutore di Cosa Nostra, età 89). Se poi si aggiunge Berlusconi
in persona (età 72, ma ormai incossighito), siamo a quota
quattrocento. Costoro, singolarmente e tutti insieme, si occupano
confusamente di giovani ma senza riuscire a distinguere fra studenti,
precari, carfagne e carfagnini.


Pio

L’antisemitismo non è una malattia qualunque. E’ la malattia storica
dell’Europa "cristiana". Non l’ha inventata Hitler. Tutti i papi fino
a Pio IX incluso sono stati antisemiti espliciti e militanti. Fra i
politici cattolici del primo Novecento, a essere scomunicati furono i
democratici come Murri e non gli antisemiti come Karl Lueger, il
sindaco cristianosociale di Vienna che fu, a quanto scrive Hitler, il
primo ispiratore del nazismo. Fra Pio IX e Pio XII c’è stato un breve
periodo di remissione. Bisognò aspettare Giovanni XXIII, il Papa
Buono, perché l’antisemitismo uscisse ufficialmente dalla teologia
cattolica. E l’Olocausto, a quel tempo, era già avvenuto.
Altro che "basta polemiche" e "dono di Dio".


Tutti possiamo essere Obama

La pallottola che uccise Martin Luther King è rientrata nel fucile, i
pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos si aprono e ci salutano da
Città del Messico, Rosa Parks può tranquillamente rimanere seduta
sull’autobus che la porta al lavoro e sorridere dal finestrino, a
Montgomery, in Alabama. Oggi è un nuovo giorno per l’America, la lunga
notte è terminata, l’incubo dal quale sembrava non dovessimo uscire
mai si è trasformato in un sogno planetario. La notizia che il popolo
statunitense ha portato un nero alla Casa Bianca apre i cuori e spinge
ovunque a sperare di nuovo nell’essere umano. In Italia, mentre
Berlusconi e i "berluscones" si rendono conto che la democrazia
americana gli ha giocato un brutto scherzo, gli immigrati
extracomunitari hanno acquisito tutti gli occhi del neopresidente
Obama. Se qualcuno dovesse minacciarli d’ora in avanti potranno
dirgli: "Guarda che se continui così chiamo mio fratello Barack!".

Nel frattempo, il mondo virtuale di Internet, che rispecchia e spesso
anticipa quello reale, è impazzito. Milioni di messaggi s’incrociano
nella Rete per dire una cosa sola: adesso si respira, adesso – dopo
l’esempio dei cittadini americani – possiamo rimboccarci le maniche e
cambiare le cose anche qui da noi. Poco importa se in Italia non si
vede un politico che assomigli lontanamente a Obama: la lezione
americana insegna che tutti possiamo essere Obama.
Lo siamo nelle scuole (Obama sono gli studenti che non si fanno
intimidire dalla Gelmini, né dai picchiatori fascisti coperti dal
Viminale e incitati dal miserevole e misericordioso Cossiga), lo siamo
nel Casertano (Obama sono gli immigrati che si sono ribellati per
primi alla camorra), lo siamo nelle nostre case e nei luoghi di lavoro
(Obama sono coloro che s’indignano contro il trio della paura e dei
misteri, Andreotti-Gelli-Dell’Utri, che racconta il Novecento a Oden
tv), lo siamo nelle città del Sud (Obama sono i ragazzi di Locri, di
Palermo, di Catania che fanno informazione dal basso e scendono in
piazza per difendere la parte migliore della magistratura). Lo siamo e
possiamo esserlo nel nostro piccolo, ogni giorno.

Sarà un caso, ma quando ho appreso che a Washington l’intelligenza e
l’umanità avevano vinto sui muscoli e sul privilegio, mi è sembrato
che anche Roma fosse diventata meno fascista. O meglio, ho percepito
nell’aria la nascita dei primi anticorpi necessari per restituire una
dignità sociale a questa città. A casa avevo una giacchetta leggera,
da tempo abbandonata sul portamantelli. Senza sapere il perché, l’ho
presa e, verificata la presenza di alcune macchie d’unto al colletto,
ho deciso di portarla in tintoria. Mentre mi avviavo al negozio
meditavo sull’urgenza di quella spesa. Poi mi sono detto: "Fa niente
se non potrò indossarla fino alla prossima estate. Qualcosa è
cambiato, d’ora in avanti non voglio più avere indumenti sporchi in
casa". E siccome ora si può sognare ho fatto anche questo pensierino:
qualcuno porterà George W. Bush davanti al Tribunale dell’Aja per i
suoi crimini?
[Riccardo De Gennaro]


Il trionfo delle opinioni

Gli Stati Uniti hanno eletto un nuovo presidente, e si chiama Barack
Obama. In occasione di un nuovo mandato elettorale la notizia da dare
è questa, secca, asciutta e rispettosa della famosa regola delle
"cinque W": basta spiegare chi ha fatto cosa, quando, dove e perché.
Ma in queste elezioni che passeranno alla storia, i fatti hanno più
che mai ceduto il passo alle opinioni, e la notizia si è trasformata
in un blob che rischia di fagocitare se stesso assumendo proporzioni
colossali. Cerchiamo di ripercorrere alcune tappe dell’evoluzione di
questo blob/notizia. Gli Usa hanno eletto un nuovo presidente, si
chiama Barack Obama, e la notizia è che si tratta di un nero.

Berlusconi ha detto che non è nero, ma che è abbronzato. L’opposizione
si è indignata perché Berlusconi ha chiamato abbronzato un nero.
Cicchitto ha detto che l’opposizione non ha senso dell’umorismo.
Gasparri per dimostrare la tesi di Cicchitto si produce in uno show
comico e dice che Al Qaeda è contenta del nuovo presidente. Le agenzie
fibrillano e il caso esplode sui media internazionali. "Berlusconi
l’ha fatto ancora" si legge nei commenti politici del New York Times
online, e il fiorire di commenti a questa blobnotizia raggiunge ben
presto numeri a quattro cifre.
Nel frattempo Forattini disegna Bush che si trova l’america con un
obama baby nel letto: "Sciagurata! Mi hai tradito con il maggiordomo
negro!", dice Bush, e Forattini diventa la notizia. Il coordinamento
dei comitati di redazione della Poligrafici editoriale (Quotidiano
Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) si incazza e
prende le distanze da forattini esprimendo "fermo e totale dissenso
nei confronti della vignetta" pubblicata a reti unificate da tutti i
quotidiani del gruppo.

E l’ultima propaggine di questa muffa di notizie che si riproduce a
ritmo vorticoso sono io, che cerco di riassumere tutto questo turbinìo
per dire in duemila battute quello che si potrebbe dire in tredici
parole: gli Stati Uniti hanno eletto un nuovo presidente, e si chiama
Barack Obama. Tutto il resto è fuffa: diffidate dai commentatori,
dalle notizie che si gonfiano come la panna montata, e perfino da me.
[carlo gubitosa]


The Great Dummy

Dittatore? Neo-Duce? Tiranno Benevolo? Il Mule di Asimov? Il Regime?
Può darsi che tutte queste interpretazioni siano semplicemente una
rimozione, e che la realtà sia molto più banale: chi ci governa è,
semplicemente, un Imbecille; e ci riesce perché ha investito molto
tempo e denaro a rimbecillire anche tutti noi.
(All’estero, dove il suo denaro non arriva, non hanno il minimo dubbio
di quanto Imbecille egli sia e ci scherzano amabilmente, arricchendo
la vasta collezione delle barzellette sugl’italiani).


Io Ponzio, tu Pilato

Dichiarazione dell’onorevole Nobodi, del Partito democratico: "Tutte
le cattoliche integraliste frequentano le sacrestie. Nelle sacrestie
si sono a volte verificate, come testimonia Boccaccio, storie
boccaccesche. E’ dunque probabile che la senatrice Binetti sia una
troia".
Dichiarazione del Comitato dei Garanti del Pd: "Non possiamo procedere
contro l’onorevole Nobodi perché l’ordinamento del Partito non prevede
sanzioni legate alle dichiarazioni personali e alle altre
manifestazioni del pensiero effettuate dai suoi aderenti".
Dichiarazione del segretario Veltroni: "In un grande partito come il
nostro non possono esistere reati d’opinione o processi per idee che
vengono espresse".


Storia d’Europa/ Il Congo

Il Regno del Congo risale al XIV secolo, esattamente come i grandi
regni europei. A differenza di questi però finì presto sotto la
dominazione di paesi di altri continenti (soprattutto Portogallo e
Olanda) e non riuscì mai quindi ad avere un governo proprio e stabile,
nè città moderne nè scuole; venne usato soprattutto come fonte di
schiavi per i grandi proprietari arabi, europei e americani.
Nel 1885, a Berlino, i Paesi europei si divisero fra di loro quelli
africani. Il Congo toccò al re del Belgio, che lo governò
sanguinosamente (il numero delle vittime secondo alcuni supera il
milione) facendo mutilare o uccidere gli abitanti che si rifiutavano
di lavorare. Lo scandalo internazionale (rapporto Casement) suscitato
da queste atrocità convinse il Belgio a gestire direttamente il Congo
come una "normale" colonia. Le vittime diminuirono, ma non si accrebbe
l’alfabetizzazione nè il livello di vita della popolazione, le cui
lamentele venivano raccolte solo da alcuni missionari.

Dopo la seconda guerra mondiale, fra i numerosi movimenti di
liberazione dei popoli conquistati, ci fu anche quello dei congolesi.
Questi trovarono il loro Obama in un giovane intellettuale locale, il
35enne Patrice Lumumba. Il Congo tornò indipendente il 30 giugno del
1960. Lumumba vinse a gran maggioranza le prime (e ultime) libere
elezioni e divenne, fra l’entusiasmo di tutti, primo ministro. Si
avviò dunque a fare le riforme di cui il paese aveva bisogno, ma la
potente Compagnia Mineraria franco-belga, che gestiva tutte le risorse
dell’ex colonia, non si rassegnò e convinse il capo della provincia
mineraria Moises Ciombè (una specie di Bossi nero) a proclamare la
secessione del Katanga, ribellandosi al legittimo governo.

Ciombè venne largamente aiutato dagli antichi padroni, in cambio delle
miniere, con armi, denaro e reparti scelti di mercenari bianchi.
Riuscì così a catturare Lumumba, che alla sua presenza fu torturato,
ucciso e infine disciolto nell’acido.
Da quel momento in tutto il Congo dilagò la guerra civile, con vari
capi che si succedevano sanguinosamente l’uno all’altro. Quello che
durò più a lungo fu Mobutu Sese, sostenuto prima dalla Francia e poi
dagli Stati Uniti, che regnò per trent’anni massacrando tutti gli
oppositori. Nel ’97 fuggì davanti all’ennesima rivolta, il cui capo
Laurent Kabila, proclamatosi a sua volta dittatore, fu assassinato
quattro anni dopo. La guerra fra le varie fazioni, sostenute da questo
o quel paese occidentale (ma ultimamente si è aggiunta anche la Cina)
dura tuttora, caratterizzata da sempre più frequenti stragi di civili.

In questo momento è in corso uno degli scontri più sanguinosi, con
almeno un milione di sfollati in fuga dalle varie regioni e i due
eserciti, quello "regolare" e quello ribelle (entrambi accomunati da
una totale incontrollabilità dei rispettivi soldati, per lo più
adolescenti), che gareggiano in stupri e massacri delle popolazioni. I
pochi che riescono a fuggire vengono respinti alle frontiere dei paesi
europei, che nonostante le loro responsabilità nella genesi di questa
tragedia si rifiutano di alleviarla concedendo almeno asilo umanitario
alle vittime di tante sciagure.

(Appello per la pace in Congo: info@chiamafrica.it)


Altro che Obama

Catania. Gli studenti della Facoltà di Farmacia sono stati in pericolo
dal 2004 al 2007 per "esalazioni fortemente irritanti e nocive dalle
vasche sotterranee di raccolte di rifiuti liquidi" a causa di
smaltimenti sbagliati nei lavandini dei laboratori. La magistratura ha
posto sotto sequestro la Facoltà e sotto inchiesta l’ex rettore
dell’Università, Ferdinando Latteri. Costui, negli ultimi anni, è
stato uno degli esponenti di punta del centrosinistra per ordine di
Enzo Bianco, che l’ha candidato a sindaco, alle primarie regionali e
al parlamento europeo. Trombato in tutte queste elezioni, e lasciato
il centrosinistra etneo sotto il dieci per cento, Latteri è infine
finito nell’Mpa di Lombardo. Grazie a Dio.
(Adesso però un’altra protagonista di quella stagione del
centrosinistra catanese, Anna Finocchiaro, torna a galla e dichiara di
candidarsi nientedimenoche alla presidenza della Repubblica. Mamma
mia).


truman_burbank34@yahoo.it wrote:

< Nel ’68 la protesta aveva una forte componente generazionale, molte
volte era più uno scontro dei figli contro i padri che uno scontro di
classe o uno scontro fra parti politiche. Oggi spesso gli insegnati
protestano insieme agli alunni ed i genitori appoggiano i figli. Da
alcuni punti di vista la protesta di oggi appare prepotentemente
rivoluzionaria se confrontata al ’68. Gli storici futuri potrebbero
vedere il ’68 come una zuffa tra ragazzi in confronto a ciò che si
prepara >


Giovanni M. wrote:

< A quelli che tanto le cose non cambieranno mai o tanto sono tutti
uguali (e così vince sempre il peggiore) : Obama è presidente. Grazie
America >


silvana pintozzi roulot wrote:

< A volte ti trovo veramente un po’ "stalinista" nonostante la tua
declamata libertà di pensiero che comunque, in generale, ti riconosco.
Io non sono una grillina (la mia età e la mia esperienza politica non
me lo permette), ma non ammetto che si possa ignorare, se non
faziosamente, il ruolo che Grillo ha avuto e ha nel risveglio delle
coscienze italiane soprattutto dei giovani. Molte delle analisi che
Grillo fa dell’attuale situazione politico-economica dell’italia sono
giuste, originali e iconoclaste e questa nomea di gran demagogo -
talvolta meritata - non può cancellare i suoi meriti >


Lacocio wrote:

< Ho inviato un sms di felicitazioni ad un amico americano tornato in
patria. La sua risposta: Thank you very much my friend. This is a
great day for the world! >


marco ciriello wrote:

< sono sempre stato negro >


Daniele Barbieri wrote:

< sempre più sbronzo visto che è il 29° brindisi che faccio ad obama
con un liquore al caffè... naturalmentre del commercio equo; e io di
solito non bevo >


elio camilleri wrote:

< Ma in Sicilia e a Catania, perché non possiamo dire che anche qui
niente è impossibile?


"Cittadino Catanese" wrote:

< Vergogna!!! Non ho mai visto tanta inciviltà tutta insieme. Vivo da
sei anni nel quartiere di Librino, Vill. S. Agata e Zia Lisa ma grazie

alle amministrazioni che si sono succedute hanno fatto di questi
quartieri dei ghetti e per loro dei serbatoi di voti. Tutti i giorni
se ne vedono di tutti i colori, dagli scippi in via Zia Lisa uno, due
al giorno escluso la domenica, alle macchine parcheggiate sopra le
banchine. E dire che nell’arco di un chilometro ci sono: una caserma
dei carabinieri, due della polizia e una di polizia stradale >


agnlello@yahoo.it wrote:
< Un serpente di parvenze infinite si snodava tra via di Sant’Euplio e
via Etnea, così lungo che la testa poteva toccare la coda senza alcuna
difficoltà.Come un enorme girotondo (nessun riferimento ai più noti di
questo genere) di trentamila anime incazzate, sicure e certe di
lottare per un diritto. Uniti tutti da null’altro che un’idea, nel
mezzo della folla urlante, ognuno sentiva se stesso parte di qualcosa
di nuovo, d’un inizio, d’una fine, di un percorso a metà. Ma pur
sempre qualcosa di nuovo e mai visto: misto di speranze, incertezze,
rimembranze e futuri. In tutti la voglia di sapere e d’essere,
attraverso una cultura necessaria. Dimora del serpente una Catania che
mai fu così bella, il giorno 30 del mese d’ottobre 2008 >


Ariwara No Narihira wrote:

< Non è più la stessa
luna né più la stessa
primavera d’un tempo -
io solamente rimango
quello che sono stato >


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