Settimanale di informazione sulla periferia di Catania
Librino Pigno San Giorgio Villaggio Sant'Agata Zia Lisa ...e dintorni
cronaca quartieri archivio la città dalla stampa libera avvisi&annunci lavori in corso chi siamo collegati collabora pubblicità

La natura con gli occhi del fanciullino / I.C. "A. Musco"

domenica 19 aprile 2009

Vota quest'articolo
voti:0

  • Digg
  • Del.icio.us
  • Facebook
  • Google
  • Technorati
  • Live
  • Scoopeo
  • Wikio
  • Furl
  • Blogmarks
  • Reddit
  • Mister wong

Gli alberi storici italiani

Lo sapevate che un terzo del suolo italiano è coperto da foreste e boschi che trattengono circa un miliardo e 782 milioni di tonnellate di anidride carbonica?
Tra le regioni più boschive ci sono la Liguria ed il Trentino Alto Adige, a differenza invece della Sicilia e della Puglia.
Gli alberi di interesse culturale sono: al nord 460, al centro 555 e al sud del paese 240.
Su un cartello posto davanti all’ Albero dei cento bersaglieri c’è scritto: “monumento nazionale”. Pensate che tra le fronde di questo albero nel 1937, durante un’operazione dell’ esercito italiano, si nascosero ben 300 bersaglieri!
Tra gli alberi più celebri c’è il Castagno dei cento cavalli che si trova alle pendici dell’ Etna, ha quasi 2000 anni e le sue fronde sono formate da tanti tipi di alberi. Questo nome ricorda l’episodio dei 100 cavalieri che riuscirono a ripararsi dal temporale nascondendosi proprio sotto il castagno.
Ce ne sono anche di più vecchi, 3000 anni d’età, come l’ Oleastro che si trova a San Baltalu di Lauras in Sardegna che se potesse parlare ci racconterebbe alcune cose sulla civiltà Nuragica..
Ed infine, anche se non si trova in Italia e non ha una storia particolare, il Baobab è quello che ha la circonferenza più grande e sono necessari 30 bambini per abbracciarlo!

Martina Buda, 5 C, Plesso via Dell’Agave

La vegetazione in Sicilia

Nella nostra Sicilia, essendo un’isola con origini molto antiche, esistono ancora molti ma molti ulivi secolari, cioè con molti secoli di vita, ma purtroppo molte persone tagliano gli alberi e… siccome continuano a tagliare molti alberi anche in un solo giorno, la nostra bella Sicilia è diventata l’isola con meno verde.
Gli uomini tagliano questi alberi secolari per rendere fertile il terreno. Il disboscamento di questi alberi viene fatto con il metodo “taglia e brucia”, cioè prima vengono abbattuti gli alberi e poi viene bruciato il suolo sottostante così poi la cenere verrà depositata sul terreno e lo renderà fertile. Tutto ciò provoca grossi danni all’ambiente, infatti la cenere fertilizza il terreno solo per poco tempo causando danni molto gravi alla fauna e all’ambiente naturale. Senza togliere che il terreno è così fragile che se non cadono le foglie che producono continuamente humus, il suolo si impoverisce e si scopre la roccia avviando la desertificazione.
Un albero per crescere ha bisogno di molto tempo, ma poi alla fine diventa un gioiello meraviglioso!
L’ ulivo è uno degli alberi più belli della nostra Sicilia e impiega molto tempo per crescere.
A Realmente, un piccolo paese in provincia di Agrigento, c’è molto verde e forse è uno dei pochi posti a non essere inquinato, ma purtroppo non ci sono molti alberi secolari e questo mi dispiace un po’...
Qualche mese fa ho letto, navigando su internet, una leggenda che mi ha colpito molto e che racconta proprio degli ulivi. La leggenda dice che una volta gli alberi di ulivo erano dritti e forti. La notte in cui Gesù doveva essere crocefisso, i soldati andarono in un grande uliveto a cercare un albero per costruire la croce. Nessuno di loro però voleva dare il suo legno per uccidere una persona così buona e umile come Gesù. Uno degli ulivi allora disse:” Se noi ci torcessimo, ci annodassimo e ci piegassimo, nemmeno il falegname più bravo di tutta la città potrebbe costruire con il nostro legno una croce”. Furono tutti d’accordo e nella notte si torsero, si piegarono e diventarono così nodosi che i soldati non riuscirono ad utilizzarli per costruire la croce!
Questa leggenda mi ha colpito molto e da quando l’ho letta gli ulivi sono diventati i miei “gioielli preferiti”.

Denise Giardinaro, 5 C, Plesso via Dell’Agave

Palme, attenzione al punteruolo rosso

Infesta e provoca la morte delle palme. È il punteruolo rosso, un insetto che, negli ultimi tempi a Catania e in tutta la Sicilia sta provocando la morte di centinaia di piante. Il Punteruolo Rosso o Rhinchophorus Ferrigineus è un coleottero curculionide (cioè un insetto con il corpo tozzo , capo stretto e prolungato in un lungo e stretto corpo). La specie è originaria dell’Asia Meridionale, delle Melanesia e della penisola arabica, dove ha causato gravi danni. Nel 1994 l’insetto è comparso in Europa, precisamente in Spagna, attraverso l’importazione di alcune palme provenienti proprio dalla penisola arabica e oggi è presente anche in Italia, in Sicilia, in Campania, in Toscana. L’insetto vive all’interno della palma, nutrendosi del suo midollo, la parte essenziale e vitale della palma, e all’interno di questa compie l’intero suo ciclo vitale. La femmina del punteruolo rosso deposita le uova sotto le foglie giovani o all’interno delle ferite della pianta: le uova si trasformano, in pochi giorni, in larve che bucano la pianta e si cibano della stessa, eliminando tutto il materiale fibroso. Le larve si muovono all’interno della pianta scavando lunghi tunnel e grandi cavità. Il periodo larvale varia da 1 a 3 mesi, si impupano in un pupario cilindrico formato da strati fibrosi (generalmente questa fase avviene all’esterno del tronco, alla base della pianta)e, dopo un periodo che va dai 14 ai 21 giorni fuoriescono gli adulti. L’intero ciclo dura circa quattro mesi e generalmente l’insetto non si sposta in un’altra pianta se prima non ha distrutto quella in cui vive. I danni sono enormi e visibili: si parte dalla caduta delle foglie e si arriva al collasso della pianta stessa e, dunque, alla morte.

Cristian Viglianisi
II C




I più letti

SetteGiorni