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La parola ai commercianti

martedì 12 febbraio 2008, di Cristina Perrotta

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Questo mese La Periferica non ha un commerciante di cui parlare. Era il turno del quartiere Pigno, ma i commercianti che abbiamo contattato per l’intervista hanno scelto di non raccontarsi. Rispettando questa scelta e con la speranza che il prossimo mese qualcuno di loro voglia proporsi spontaneamente per la rubrica, ecco cosa abbiamo notato camminando per le strade del quartiere, alla ricerca di una storia: munita di carta, penna, macchina fortografica ed il sorriso che ogni volta nasce al pensiero di conoscere nuove realtà, scoprire le storie di lavoratori in continuo contatto con la gente del posto, i problemi e le ricchezze del quartiere, andando a piedi ho notato che le strade, più buie e malandate di come le ricordavo, erano vuote e silenziose. Solamente il rombare di motorini che passavano e ripassavano tracciando sempre lo stesso percorso, dava l’idea dell’orario, le sei del pomeriggio, ma a giudicare dal silenzio poteva anche essere mezzanotte.

Poca gente, dunque, forse pochi affari per i negozietti della zona. Pochi anche quelli, ad essere sinceri. L’uscita Gelso Bianco per l’autostrada è stata chiusa nell’ultimo mese e passerà ancora del tempo prima che un nuovo svincolo venga aperto. Che ripercussioni ha tutto questo sull’economia del quartiere? Avrei voluto chiederlo e saperne di più, ma quando entro nel primo negozio, che ha in bella mostra quaderni e attrezzature da scuola elementare, accessori, qualche costume di carnevale, non faccio in tempo a presentarmi, mostrare il giornale e parlare della rubrica dedicata ai commercianti, dell’entusiamo che negli altri quartieri della periferia sud l’iniziativa inizia a riscuotere, che la signora che mi ha accolta non dà spazio a repliche: "non mi interessa" risponde "grazie lo stesso". Ancora due, tre negozi, stesso iter: nessuno vuole parlare della propria attività. Alcuni sono gentili, dicono di non aver tempo in quel momento, ma quando propongo di ripassare su appuntamento rispondono di no, di essere sempre impegnati. Altri mi guardano sorpresi e diffidenti, forse convinti che dietro l’intervista possa esserci in agguato la fregatura. Gli ultimi mi trattengono a lungo nel loro negozio, per saperne di più sul giornale che non conoscevano. Io parlo con piacere del progetto, delle intenzioni, dell’entusiasmo che in pochi, ma volenterosi, mettiamo nella scommessa che si chiama "La Periferica" e loro mi guardano, alcuni sorridenti, altri dubbiosi. Sembrano interessati, vogliono il mio numero di telefono e promettono di richiamarmi il giorno dopo per fare l’intervista. "E’ pubblicità gratuita - commentano - certo che ci interessa". Ma nemmeno loro si sono più fatti sentire.

Il mio tour del quartiere alla scoperta dei commercianti del Pigno si è arenato su quella promessa di essere richiamata. Una promessa che, speriamo, venga mantenuta più in là, anche se ormai non in tempo per il numero di febbraio. La Periferica non si scoraggia! Quando abbiamo fondato il giornale, sapevamo che non ci avrebbero sempre accolto a braccia aperte, che la gente rifugge dalle novità e non parla volentieri di sè. Eppure siamo qui e continueremo a cercare, a domandare, a interessarci della nostra periferia.
Fatevi avanti, dunque, commercianti del Pigno: il prossimo mese sarò ancora tra voi, per ascoltare le vostre richieste, le lamentele, il racconto di successi e periodi no.
Non ci sono trucchi, non ci sono inganni: semplicemente la voglia di dare voce ad una parte importante della città di Catania, che per decenni è rimasta in silenzio.




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