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PRC: Un’inchiesta operaia a Catania

mercoledì 11 marzo 2009

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Si è svolto oggi, con inizio alle ore 17,30, presso il salone S. Russo della Camera del lavoro di Catania, la manifestazione di Rifondazione Comunista: Un’inchiesta operaia a Catania.

I lavori, coordinati da Mimmo Cosentino, segretario del circolo Rosa L , sono stati introdotti da Gabriele Centineo, della segreteria provinciale della CGIL che ha ricordato il significato che intende avere l’inchiesta di Rifondazione Comunista: “Quale’è la percezione della crisi tra i lavoratori? La scala mobile “tira ancora”? C’è il pericolo di una “guerra tra poveri “ per salvare i posti di lavoro? Questi dubbi e domande hanno attraversato il nostro questionario, ed hanno motivato lo slancio, dal giorno dello sciopero generale del 12 dicembre, con cui i circoli della Federazione di Catania hanno svolto l’inchiesta coordinata dal Circolo Rosa L.. Un impegno corale, “ ha continuato Gabriele Centineo, ”che svilupperà nuove iniziative sul territorio, ulteriore approfondimento di alcuni temi e impegnato sostegno delle vertenze in atto.

Le aziende coinvolte nell’inchiesta sono soprattutto private, manifatturiere e dei servizi, ma anche artigiane, dei trasporti, aziende storiche in crisi come la Cesame o ancora con vertenze aperte, come è nel caso della Elmecc. La nostra inchiesta ha riguardato maggiormente la città, con un consistente riscontro alla STMicroelectronics, ma anche la provincia (Belpasso, Caltagirone, Paternò, Scordia).

I lavoratori che hanno risposto alle domande hanno espresso grande preoccupazione per lo stato di salute della propria azienda: solo per l’11% lo ritiene stabile ed il 3% in crescita, mentre il 35% ritiene in crisi l’azienda ed il 51% in difficoltà.

Elemento più grave è la giovane età dei lavoratori che ritengono la propria azienda in difficoltà o in crisi: il 76% dei lavoratori tra 18 e 34 anni, ed addirittura il 92% della fascia 35-44 e l’89% tra i 45 ed i 64 anni.

La previsione di crescita della propria azienda si divarica nel campione: tra i lavoratori a tempo indeterminato solo il 2% risponde positivamente, mentre il 100% dei precari (co.co.pro,ecc.) prevede uno sviluppo dell’azienda, una percentuale che scende al 50% tra i lavoratori in nero.

I motivi della crisi dell’azienda sono così attribuiti: 47% crisi generale, 30% errori del padrone, 15% non risponde, 2% speculazioni sull’azienda ( vedi Cesame) ed un 6% di altro.

Il 48% delle aziende campione al momento non richiede il lavoro straordinario, mentre è pratica diffusa per il 16% ed eccezionale per il 28%.

Due terzi dei lavoratori intervistati avvertono una totale insicurezza del proprio posto di lavoro, sensazione diffusa tra il 100% degli assunti a termine, dei precari e degli apprendisti.

I lavoratori propendono per una risposta solidaristica di fronte alla crisi aziendale: il 36% degli intervistati propongono di lottare tutti insieme, il 21% chiedono di eliminare straordinario e di ridurre l’orario, il 10% difendono i lavoratori con maggiore anzianità, mentre il licenziamento degli immigrati è fortemente minoritario (2%) e concentrato nella fascia di età 18-34 anni.

Il problema più urgente per la maggioranza degli intervistati è la garanzia del posto di lavoro (61%), percentuale che aumenta fino all’86% tra i dipendenti con contratti a termine ed al 100% tra gli apprendisti; il 24% chiede salari più alti, mentre il 10% vuole migliorare le condizioni di lavoro.

Alla domanda su come difendere o aumentare i salari, il 49% propone di ridurre le tasse, il 19% di aumentare salariali nazionali, l’8% di aumentare i salari aziendali, mentre il 18% chiede la reintroduzione della scala mobile.

Di fronte alla crisi chiara è la percezione della utilità del sindacato: solo il 10% esprime un giudizio fortemente negativo sul sindacato, mentre il 44% chiede un sindacato più forte ed unito, il 18% vuole un rafforzamento della CGIL ed il 12% un sindacato più vicino alla base”.

Sono quindi intervenuti i lavoratori delle aziende catanesi: STMicroelectronics, Cesame, Telecom, Ferrovia Circumetnea, Elmecc, Enel, Ceramiche Caltagirone, Ospedale Vittorio Emanuele, Mario Pugliese, responsabile dell’inchiesta, Francesco Battiato, segretario della CGIL.

Pier Paolo Montalto, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, ha ribadito l’importanza di questa iniziativa che intende dare nuova attualità alla drammatica condizione dei lavoratori della nostra provincia e denunciare l’aumento della disoccupazione che nelle fasce di età più giovani arriva ormai fino al 70%.

Claudio Bellotti, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista ha concluso la manifestazione, sottolineando che la scelta del partito di lanciare l’inchiesta operaia sulla crisi parte dalla necessita di conoscere e di dare voce a coloro che rischiano di pagare in prima persona le scelte del governo Berlusconi, il quale continua a sottovalutare la portata della gravissima crisi economica che in Italia sta mettendo in discussione lavoro e salari.

“Il centro del progetto politico di Rifondazione Comunista” ha detto Claudio Bellotti, “riguarda la capacità di intervenire efficacemente al fine di determinare una uscita a sinistra dalla crisi.

Questo tema ci chiede di operare in primo luogo per costruire una vera ed efficace opposizione di sinistra.

La questione che abbiamo davanti oggi è come si costruisce una opposizione di sinistra che sappia, come abbiamo fatto a partire della manifestazione dell’11 ottobre, entrare in relazione positiva con le mobilitazioni della Cgil e del sindacalismo di base.

L’impegno di Rifondazione Comunista resta quindi quello di dare voce ai soggetti più deboli della società, rendendo più rappresentativa ed efficace la sinistra attorno ad una proposta politica che richieda al governo precise misure economiche in grado di difendere i lavoratori e di tutelare le fasce più povere della popolazione, che altrimenti sarebbero stritolate dai licenziamenti e dalla caduta del potere di acquisto dei salari.




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