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CittàInsieme contro politici pregiudicati

Candidati in attesa di sentenza vengano allontanati dai ruoli chiave della politca

giovedì 15 gennaio 2009

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I politici "attivi" a vario titolo implicati in vicende giudiziarie e tuttavia intenti a moralizzare il mondo della politica e dell’imprenditoria dai pericoli della criminalità organizzata, sono da anni sempre più numerosi - da Cirino Pomicino e Alfredo Vito alla commissione parlamentare antimafia, alla presenza all’Ars di Salvino Caputo (Pdl), per non parlare dell’ex presidente della regione Cuffaro, di Orazio D’Antoni (Mpa), dell’ex sindaco di Catania Scapagnini etc. L’idea sembra mettere in pratica l’assioma ormai di moda nel mondo della politica secondo cui "i reati degli altri sono sempre i più gravi".

Ma, ci si chiede, se anche nella politica dell’antimafia sono attivi personaggi implicati in vario modo in vicende giudiziarie, come potrà la commissione svolgere la propria attività di repressione del fenomeno?
E’ infatti certamente moralmente corretto sostenere che i membri di ogni commissione anticrimine, non solo antimafia, debbano essere essi stessi scevri anche dal più piccolo sospetto.
Anche se non è possibile escludere gli imputati dall’assemblea elettiva per il fondamentale concetto di presunzione di innocenza, i partiti che li hanno candidati, dovrebbero perlomeno tenerli lontani dai gangli del potere in attesa di una sentenza assolutiva (e non prescrizionale) che dissipi ogni dubbio.




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