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Experia e Villa Fazio, quando gli spazi sociali diventano un pericolo per la sicurezza

14 Novembre, Viale Sisinna e via Plebiscito, due strade nei due quartieri più poveri di Catania scenari di due conferenze stampa assurde nei contenuti: si chiede il diritto di far studiare e giocare i propri bambini, come se fossimo ancora un Paese normale

martedì 17 novembre 2009, di Massimiliano Nicosia

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Nella partecipazione della società civile alla riappropriazione dell’Experia e all’appello per Villa Fazio, vicende simili seppur diverse, c’è tutto il segnale di una città, non solo di due quartieri, che inizia a prendere consapevolezza, riappropriandosene, dei diritti sottratti da poco meno di 10 anni di amministrazioni di destra.

Da un lato l’Experia, un centro di aggregazione popolare occupato, attivo e funzionante, scomodo perché considerato "rosso", comunista, dunque antagonista, e chiuso in modo brutale ufficialmente per "problemi di sicurezza" senza alcun progetto credibile alternativo. Dall’altro una masseria, di proprietà del Comune la quale, prima dell’avvento del centro-destra alla guida della città, rappresentava un polo sportivo riferimento per i giovani di Librino. Oggi Villa Fazio è ridotta a un rudere abbandonato e vandalizzato al cui interno, in barba ad ogni presunto "problema di sicurezza", si compiono crimini che vanno dallo smantellamento di motorini rubati allo stupro di bambini.

La vicenda del centro sportivo Villa Fazio a Librino è in un certo modo presagio di ciò che potrebbe accadere all’Experia se la società civile dovesse cedere a coloro che coi manganelli stanno provando ad interrompere quella palestra di opportunità in via Plebiscito 782.

Anche Villa Fazio, oggi posta sotto sequestro, è stata vittima del cosiddetto "spoil system". L’ottima gestione della struttura composta da "pezzi" di società civile (dalla UISP alle cooperative edilizie), inaugurata sotto la giunta Bianco, era evidentemente considerata troppo "rossa" dalla nuova amministrazione di destra che ha immediatamente provveduto a "licenziarla" per consegnare la struttura al parroco del quartiere ritenuto più amico. La conseguenza pratica di questo furto è stata la trasformazione di Villa Fazio da luogo pubblico gestito dai cittadini a luogo privato (non) gestito da un’unica persona e il repentino abbandono del centro sportivo ridotto oggi ad un cumulo di macerie.

Sono entrambi preoccupanti tentativi di colpire e disperdere gli ultimi spazi di autogestione efficiente, gli ultimi aneliti di partecipazione attiva in una Catania sempre meno a misura del cittadino dove le scuole nei quartieri popolari rischiano di chiudere o cadere a pezzi, dove vengono costruiti centri commerciali abusivi spacciati per parcheggi e dove potremmo non doverci più stupire se al posto del doposcuola dell’Experia o dei campi di calcio di Villa Fazio dovessimo trovare un elegantissimo e privatissimo fast food americano in cui per qualche decina di euro bambini paffutelli possono tenersi lontani dai pericoli "rossi" dello studio e dello sport.


Sull’argomento vedi anche

- Associazioni di quartiere e CGIL scendono in piazza per Villa Fazio
- Di nuovo chiusa l’entrata dell’Experia (ucuntu)
- Experia speciale dossier (step1)

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