Cancellate le esenzioni per le nuove imprese a Librino
Il decreto "mille proroghe" cambia l’impianto del provvedimento e rimette in discussione l’approvazione della UE
mercoledì 6 gennaio 2010, di
Vota quest'articoloLa zona franca urbana come c’era stata raccontata non esiste più: hanno semplicemente preso in giro Librino e i suoi abitanti. Lo hanno fatto ancora una volta con lo stesso schema ormai consolidato: promesse pronunciate in modo solenne, applausi del pubblico addomesticato, e chi s’è visto s’è visto. È stato così per la realizzazione della questura a Librino, è stato così per l’istituto d’arte e per la promessa di realizzare una scuola superiore nel quartiere (seriamente, non quattro classi sistemate alla meno peggio tanto per mettersi l’anima in pace), ed è stato così anche per la zona franca: annunciata come la svolta per Librino e affondata dal Consiglio dei Ministri che con le modifiche attuate dal recente decreto "mille proroghe" ha rimesso in discussione l’autorizzazione ricevuta dall’Unione Europea con il rischio di azzerare di fatto la procedura.
Un primo effetto è che le domande per accedere alle agevolazioni, ma ormai è meglio parlare di contributi, non partiranno più da gennaio ma dal 31 marzo. E chi intanto ha aperto un’attività rischiando e contando sugli sgravi fiscali promessi? Chiuda o si arrangi.
Il problema tuttavia non è solo quello di dover richiedere una nuova autorizzazione alla UE facendo slittare ulteriormente i tempi ma il fatto che le modifiche apportate all’impianto della Zona Franca Urbana la ridimensionano drasticamente con buona pace di chi riteneva già il provvedimento insufficiente a rilanciare l’economia nelle zone individuate.
Le zone franche urbane erano state proposte dal Governo Prodi nel 2007 e successivamente riprese dal Governo Berlusconi, ricalcando provvedimenti simili già adottati in Francia. I provvedimenti miravano a sviluppare nuove forme di imprenditorialità rilanciando il Mezzogiorno e le altre aree deboli del Paese e selezionavano 22 zone franche in tutta Italia, tra le quali appunto Librino.
Per le nuove imprese ricadenti nelle aree indicate l’impianto originario prevedeva infatti per i primi 5 anni l’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni del lavoro dipendente, l’esenzione totale dall’ICI per gli immobili d’impresa, dall’IRAP e dall’IRPEF (per quest’ultima era anche prevista l’esenzione parziale per i successivi 7 anni) con le nuove modifiche invece saltano le esenzioni dall’IRAP e dall’IRPEF e non si parla più di agevolazioni bensì di un fondo contributivo.
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